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La sera del 12 dicembre Putignano si accende e diventa protagonista de "La notte dei falò di Santa Lucia".

Diciotto sono le postazioni allestite nei luoghi più caratteristici da associazioni, parrocchie e una confraternita, insieme, per rinnovare una lunga e radicata tradizione locale che puntualmente ogni anno si ripete alla vigilia della festa di Santa Lucia e diventa occasione d'incontro e di condivisione.

Un <caldo> appuntamento che si lega fortemente al culto della santa siracusana, molto sentito a Putignano. "Lo testimoniano", come ricorda l'assessore alla Cultura, Emanuela Elba, che vanta tra l'altro, un dottorato di ricerca in Storia dell'Arte, "le sue diverse immagini sacre, sparse nelle chiese cittadine, tra cui una suggestiva e preziosa tela dipinta nel '700 dal pittore castellanese Vincenzo Fato, custodita nella chiesetta dei SS. Medici; i toponimi attestati sul territorio; la statua di S. Lucia conservata nella chiesa del Convento delle Carmelitane, di recente, parzialmente restaurata e riconsegnata al culto, che rappresenta una delle testimonianze più belle dell'architettura sacra a Putignano."

Per La Elba, questa usanza popolare, dalla vitalità tutta nuova, punta, in questa edizione, a "rafforzare la centralità del Fuoco quale elemento purificatore e nello stesso tempo, a rivalutarlo come fattore di aggregazione, d'incontro e condivisione."  Si punta a un marcato ritorno alla festa della tradizione, così come la raccontano i nostri nonni.

La manifestazione si aprirà alle 18,45 con la benedizione, da parte dell'Arciprete, Don Angelo Sabatelli, e contemporanea accensione, dei falò, collocati nelle tre piazze principali della città: Piazza Moro, dove ci sarà da scalare anche un'appetibile Palo della cuccagna, Piazza Plebiscito, Piazza S. Maria la Greca. Alle 19,30 accensione di tutti gli altri fuochi.

Alle numerose associazioni che hanno collaborato alla realizzazione, il compito di animare i luoghi dove bruciano le fanove. Novità di questa attesa vigilia di Santa Lucia: distribuzione di frittelle gratis a tutti i bambini. Per far loro riscoprire, come vuole la Elba, "il valore imprescindibile della tradizione come fondamento storico della cultura del nostro paese." E per facilitare questa scoperta o riscoperta, sarà anche una serata che segna il trionfo dei sapori e dei profumi di una tradizione popolare fatta di cardarroste, vin brulè, polpette fritte, tisane, baccalà fritto, pettole, bruschette ecc..

Fa però meditare il parere su questa festa, di uno storico delle tradizioni locali, come Pietro Sisto che dichiara: "Non c'è dubbio che gli aspetti magico - religiosi della festa siano stati in gran parte sostituiti da quelli spettacolari e consumistici, dove i falò non servono a riscaldare"la terra come in passato, e a illuminare una delle notti più lunghe del calendario,  semmai a ricordare con nostalgia una realtà che non c'è più, assaporando i piatti tipici  e trasformare l'antico rito in un moderno escamotage capace di promuovere l'immagine del paese anche nel territorio circostante."

 

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