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3350 km percorsi in bicicletta in due mesi, 47 tappe per giungere da Padova a Gibilterra, li dove si incontrano Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico, la cultura europea con quella africana.

Questa è la singolare avventura intrapresa da Francesco Vargiolu, venticinquenne putignanese con una laurea magistrale in biotecnologie industriali, uno stage di sei mesi presso la Sammontana ed una grande passione per il ciclismo.

Francesco non è nuovo a questo tipo di avventure. Già due anni fa percorse Putignano-Padova in bicicletta, circa 900 km in 8 giorni. Impresa compiuta con una biciletta non adatta e con poca attrezzatura. Ma dopo questa esperienza, in Francesco è aumentata la curiosità e la passione tanto che ha comprato una nuova bicicletta per tornare in forma ma anche per tentare qualcosa molto più grande di lui.

Sicuramente va ricercata nell’indole di essere un viaggiatore morale, spirituale e fisico” – esordisce Francesco nel commentare il suo viaggio - “questa è una caratteristica che non tutti hanno, ma che per me invece è la cosa più importante al mondo, e l’ho appresa quando fin da bambino frequentavo gli scout

Una tenda non molto impegnativa da montare, un sacco a pelo, pantaloncini tecnici, scarpe da ciclista, qualche indumento di ricambio, fornellino, pentolino per cucinare, kit per eventuali riparazioni (che per fortuna non sono servite), una bacinella richiudibile e detersivi per poter sciacquare abiti e tegami. Questo il bagagliaio di Francesco, il tutto perfettamente sistemato sulla sua bicicletta.

Tutte le sue giornate erano scandite da un ritmo molto preciso: “Sveglia alle 8.30, ti prepari, raccogli tutta la tua roba e inizi a pedalare”. La mattinata proseguiva alla ricerca di un Repsol (stazioni di servizio spagnole che hanno bagni molto puliti) e di un Mcdonald's, dove vi è la conessione wi-fi e prese per ricaricare il telefonino. Concluse queste operazioni, iniziava il percorso programmato il giorno prima o la mattina stessa. “Si pedalava e poi mi fermavo per il pranzo; se vi era qualche posto da visitare facevo una deviazione. Alle 16.30/17 trovavo un posto per dormire, cenavo e alle 20 ero già a letto”.

Essenziale è stata la capacità di adattamento; infatti molte volte Francesco ha dormito in casa di gente che lo ha ospitato, in ostelli o per strada. “E’ eccitante  sapere che inizi a pedalare ma non sai dove passare la notte” A Pietra Ligure ha trovato ospitalità in un convento di francescani mentre a Sanremo nella sede del gruppo scout.

Ma vi sono due diversi modi per chiedere ospitalità e la rete internet viene incontro a tutto ciò; essi sono “Couchsurfing” e “Warmshower”: delle piattaforme web che fungono da strumento per lo scambio di ospitalità tra cicloturisti. “Volendo uno può programmare un viaggio utilizzando solo questi social. Questi sono anche un modo per socializzare e allo stesso tempo si ha modo di conoscere diverse culture”. Tramite questi portali, Francesco ha ricevuto ospitalità a Genova (utilizzando Warmshowers), mentre in Francia essenziale è stato “Couchsurfing”. Grazie ad esso ha trovato alloggio a Fregeus, Beziers (dove è stato ospitato da Marcello, un italiano che lavora in Francia) e Perpignan dove ha avuto modo di partecipare a una riunione sull’indipendenza della Catalogna.

Una volta attraversati i Pirenei e giunto in Spagna, Francesco ha incontrato altri due ciclisti, con cui ha condiviso il viaggio in terra iberica: Marek, slovacco, di professione fotografo, e Basilio, cinquantacinquenne greco docente al Lehmann college di New York. Con loro comunicava in inglese, avendo modo di perfezionare la conoscenza della lingua. Giunto a Barcellona (o alternativamente a Valencia), Francesco avrebbe voluto proseguire il suo viaggio verso Madrid e infine dirigersi verso il nord della Spagna, ma il forte legame che si è venuta a creare con gli altri due ciclisti lo ha spinto a proseguire con loro verso il sud della Spagna, anche a causa del maltempo che in quei giorni imperversava in quelle zone mentre al Sud il clima era molto gradevole. “Una volta formatosi il gruppo, è stato difficile staccarsi”- un gruppo molto organizzato, dove ognuno aveva un ruolo preciso -“Io ero il cartografo e tracciavo il percorso tramite il GPS; Basilio era l’interprete visto che conosce molte lingue mentre Mark era il fotografo del gruppo”.

Il clima mite ha permesso ai tre ciclisti di dormire in spiaggia in tenda, altre volte negli ostelli come a Barcellona (che hanno visitato per 5 giorni), Valencia, Alicante, Almeria, Malaga, Cadice e Gibilterra. “Giunti a Siviglia abbiamo prenotato un volo aereo per Roma. Poi Roma Bari in treno ed infine l’arrivo a Putignano con Basilio”, il suo amico greco.

Un lungo viaggio quello di Francesco, dove ha incontrato tantissimi viaggiatori che come lui hanno deciso di attraversare l’Europa in bicicletta. Tra i tanti incontri, uno lo ha particolarmente colpito: “Negli ostelli si socializza e a Malaga ho incontrato un ragazzo francese che è partito di casa senza soldi e senza un’idea di cosa fare, se non con la certezza di chiedere ospitalità in giro. Lì a Malaga, lavorava nell’ostello in cambio di vitto e alloggio e aveva un libro dove a ognuno faceva scrivere una pagina in inglese o nella sua lingua. Una volta concluso il viaggio, farà stampare il libro”.

Anche Francesco ha raccontato il suo viaggio tramite il blog (https://francescovargioluinbicicletta.wordpress.com). Certo, un diario multimediale con la funzione di informare amici, parenti e appassionati di bicicletta, che è anche un modo per tramandare nel tempo un’esperienza. La sua.

Un’esperienza che non sarebbe stata possibile senza l’aiuto della sua famiglia e la fidanzata che lo hanno sempre supportato moralmente ed economicamente, gli zii di Verona (Dina e Angelo) che lo hanno ospitato e aiutato nei preparativi della partenza e Nicola Marcotriggiani, altro zio che oltre a numerose donazioni spontanee, ha organizzato l’accoglienza a Putignano.

Francesco è partito da Padova con il suo ultimo stipendio; ma ha anche chiesto degli sponsor. Il suo primo finanziatore è stato un negozio di biciclette di Padova che ha sistemato la biciletta di Francesco chiedendo meno della metà come suo compenso, in cambio di una pubblicità per la sua attività. Altri partner sono stati il negozio di abbagliamento di Galatone, “Evidence” gestito da Pinucco Carciofo e il negozio “Il pigiama” di Gianni Inglese, rispettivamente amico di famiglia e fratello della ragazza di Francesco, che è originaria di Galatone.

Tornato a Putignano dopo tante fatiche, oggi Francesco cerca un lavoro stabile in Italia, ma allo stesso tempo valuta l’ipotesi di conseguire il dottorato negli Stati Uniti o in Europa. Contemporaneamente, sogna. Vorrebbe poter girare il mondo in bici, in particolare l’Africa e il Sud America, o di proseguire il giro del Mediterraneo per poi attraversare l’Europa costeggiando tutta la costa atlantica.

                  

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