L’orto scolastico va in tavola

Coltivare la terra per coltivare pensieri”, è il nome suggestivo di un progetto didattico dell’I. C. “De Gasperi-Stefano da Putignano”, al suo secondo anno di attuazione e che  si avvale della collaborazione, oltre che di tutta la comunità scolastica, di EcorNaturasì-La Biottega, dell’associazione “L’isola che non c’è”, con il patrocinio del Comune di Putignano.

Gli alunni, guidati dai loro docenti Pinuccio Polignano, Maria Florenzio, Angela Cino e Maria Antonietta Dalfino, per le scuole primarie, da Lodadea Piepoli e Gianni Pirrelli, per la scuola secondaria, si cimentano nella coltura di tre veri e propri orti, situati nei tre plessi dell’Istituto, imparando così, in modo empirico, nozioni di botanica, agronomia, ma soprattutto avendo la possibilità di riconnettersi alle vere radici della vita umana: la terra e la sua potenza creatrice.

Il 9 novembre scorso si è tenuto nei due plessi della scuola primaria, “De Gasperi” e “Di Mizio”, il mercatino dei prodotti dell’orto, il primo dell’anno scolastico in corso, gestito dai bambini, con la supervisione dei loro insegnanti.

I bambini hanno offerto le verdure che essi stessi hanno piantato, coltivato, raccolto, in modo assolutamente naturale e rispettoso dell’ambiente. Si tratta di prodotti speciali perché  contengono il gusto impareggiabile delle voci, dei canti, della gioia e della cura  degli alunni, impegnati a dare vita ad un’idea di rigenerazione di uno spazio pubblico che un giorno, sperano,  possa diventare luogo di bellezza e sperimentazione. E tutto ciò i bambini lo fanno anche insieme a genitori, nonni e nonne, felici di accompagnare in quest’esperienza i loro bambini, ma felici anche di ritrovarsi fra di loro a condividere  un impegno che fa crescere insieme piante e relazioni.

Come sostengono il referente del progetto, ins. Polignano, e la dirigente scolastica Maria Anna Buttiglione, “in tempi in cui la consapevolezza e l’impegno ecologici sono diventati imprescindibili per poter solo immaginare un futuro umano su questa terra, trasmettere ai bambini il piacere di coltivare un pezzo di terra, la pratica dell’impegno civico attraverso la cura di uno spazio pubblico, il sentimento che nasce attraverso la connessione profonda con la natura intesa come la vita che ci ospita, significa contribuire a far crescere quell’etica della responsabilità e del bene comune, la sola che ci possa salvare veramente!”.

Ma al di là di tutto ciò, l’esperienza vale già per se stessa: è bello vedere i bambini intenti a piantare, togliere erba, mettere le mani nella terra, scoprire lombrichi, rincorrere farfalle. E si vede subito come tutto ciò abita gli strati più profondi del nostro essere, riconnettendoci alle radici stesse della nostra umanità. Ogni tanto è necessario ricordarselo! Humus, la terra fertile e creatrice, dà a noi umani nome e consistenza.

 

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