“Gabbie di gomma”, la contaminazione in giallo di Elisabetta Gonnella

 

Fresco di stampa “Gabbie di gomma”, edizioni Etabeta, il nuovo giallo e non solo, della giornalista putignanese Elisabetta Gonnella, sarà presentato a Noci all’interno dell’evento “Chiostri, inchiostri e claustri” promosso da “Formiche di Puglia”. L’appuntamento è per il 29 luglio alle 18:30 alla Birreria Attenti al Luppolo!

A settembre, invece, ci sarà la presentazione a Putignano nel contesto dell’atteso evento “Plebiscito di libri”.

Come nasce questo secondo giallo?

In realtà non lo so. Posso dirvi solo che ad un certo punto, com’era successo per Destini “per caso”, l’autunno scorso, forzatamente chiusa in casa per la pandemia, senza poter fare teatro ed esauriti i vari esperimenti di bricolage, avevo bisogno in qualche modo di dar sfogo alla mia creatività. Non sapevo su cosa puntare, ma, nella mia testa, continuavano a risuonare i racconti di mio padre sulla sua infanzia e sulla sua gioventù. Ho compreso che quei racconti, che mi faccio ripetere spesso, erano l’altra faccia della storia che studiamo sui libri: era la storia del vissuto quotidiano. Così ho cominciato a scrivere colorando quei racconti con storie immaginarie, senza sapere, ogni volta che mi mettevo alla tastiera, dove mi avrebbe portato la storia. Il tutto senza l’idea di farlo diventare un libro.

Di cosa parla?

Intorno al giallo vero e proprio legato al ritrovamento di uno scheletro risalente agli anni ’70, prendono forme altre storie di vite.  

Così i protagonisti, ovvero il commissario di polizia Sante e la giornalista Greta durante le indagini si confrontano con storie di famiglie, già provate dal conflitto mondiale, che, affannosamente, affrontano un dopoguerra difficile; con vicende di giovani degli anni ’70 che tentano di trovare il loro spazio nel mondo, soffocati da famiglie, ancorate ad antiche usanze e regole, cieche ai mutamenti socio-culturali dell’epoca; vite che, come la Fenice, riescono a risorgere dalle proprie ceneri; vissuti indelebilmente macchiati da una incommensurabile furia umana. Gli eventi indirizzeranno gli investigatori anche alla ricerca di un bambino scomparso che si rivelerà importante nel completamento di un puzzle di vite sospese, vissute nell’inconsapevole attesa della tessera mancante.

Cosa intendi esattamente per “contaminato”?

Perché ci sono dei contenuti che non rientrano nello schema classico del giallo ‘puro’ come

la battaglia di Bir El Gobi della Seconda Guerra Mondiale, il movimento dei ‘figli dei fiori’; descrizioni particolari di alcuni posti come Torino, riflessioni che, ovviamente, non hanno la pretesa di dare lezioni di sociologia perché non ne ho le competenze. Contenuti che ho scelto di non tagliare sia perché erano nati così, sia perché davano il senso che volevo io alla storia.

Tu inviti i lettori a indossare uno zaino immaginario da riempire durante questo viaggio nella lettura. Cosa significa?

Niente di straordinario. Quando leggiamo un libro alla fine ci resta qualcosa: una frase, un fatto, ma anche un solo termine. Lo facciamo spontaneamente. Io chiedo ai lettori, semplicemente, di rendersene conto approcciandosi alla lettura con consapevolezza e li invito ad ascoltare di più se stessi, le proprie emozioni, a leggere i segnali che il nostro corpo ci manda.

C’è un certo punto del libro in cui qualcosa cambia, una specie di svolta. Cos’è?

Questa è un’altra scelta fuori dagli schemi. Contrariamente a quello che si può pensare non è il punto dove si comincia a intravedere la soluzione ma è, sicuramente, il punto dove comincia la rinascita di alcuni personaggi, dove il cupo, il tetro che ha caratterizzato le storie fino a quel momento comincia a cedere il passo alla luce, all’esplosione di colore che genera la speranza, alla voglia di lasciarsi alle spalle il brutto per prendere il bello che la vita ci offre.

Ci sono altre persone che hanno collaborato al progetto?

C’è stato un ampio scambio di idee con alcune persone che, a loro insaputa, hanno assunto un ruolo importante nella concretizzazione del progetto. Quando mi hanno convinta che il manoscritto meritava la pubblicazione per contenuti che, forse, non erano tanto scontati, ho deciso di andare avanti con la pubblicazione.

Un ruolo importante lo ha avuto, decisamente, Anna Mirizzi che ha ideato e realizzato la copertina e le immagini interne. Mi piaceva l’idea che la copertina fosse realizzata da una persona del mio paese, non professionista del settore ma che fosse in grado di disegnare le mie parole. Ho conosciuto Anna, giovane imprenditrice con l’hobby della pittura, ed è stata subito intesa. Mi ha proposto diverse immagini, troppo belle, tant’è che poi ho deciso che quelle non scelte come copertina diventassero immagini interne.

Cosa ti aspetti da Gabbie di gomma?

Mi piacerebbe che ogni copia del libro lasciasse un piccolo segno nella vita di ogni lettore e che grazie allo stesso lettore vivesse la sua nuova vita.

Progetti editoriali futuri?

La mia creatività non ha progettualità neppure a breve termine. Mi lascio trasportare dalla curiosità, dalla voglia di sperimentarmi in ambiti nuovi, di mettermi in discussione ben consapevole di sbagliare e rischiando anche di non concludere nulla di interessante. La cosa certa è che idee strampalate mi vengono spesso!

 

Biografia

Elisabetta Gonnella, giornalista, vive a Putignano, nel sud-est barese. Iscritta all’Albo dei Giornalisti Pubblicisti dal 2004, attualmente scrive per un settimanale locale ma in passato ha collaborato anche con testate giornalistiche di più ampia diffusione tra cui la “Gazzetta del Mezzogiorno”.

Vanta una collaborazione pluriennale con un’emittente radiofonica locale ed occasionalmente è comparsa in emittenti televisive dei paesi limitrofi.

La sua innata curiosità l’ha portata ad affacciarsi, quasi per caso, nel mondo del teatro amatoriale e ha scoperto così di avere una grande passione per questa arte. La voglia di “mettersi alla prova” l’ha indotta a sperimentare diversi generi fino a cimentarsi in progetti teatrali anche a fianco di attori professionisti.

Riserva molta attenzione per le associazioni da quelle per disabili a quelle finalizzate alla promozione del territorio insieme a un vivo coinvolgimento nelle tradizioni locali, in particolare quelle legate al Carnevale. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo giallo: Destini “per caso”.

 

Sinossi

Alla periferia della città, durante degli scavi, viene ritrovato uno scheletro. Il commissario di polizia Sante e la giornalista Greta riusciranno a risalire alla sua identità.

Durante le indagini si confronteranno con storie di famiglie, già provate dal conflitto mondiale, che, affannosamente, affrontano un dopoguerra difficile; con vicende di giovani degli anni ’70 che tentano di trovare il loro spazio nel mondo, soffocati da famiglie, ancorate ad antiche usanze e regole, cieche ai mutamenti socio-culturali dell’epoca; vite che, come la Fenice, riescono a risorgere dalle proprie ceneri; vissuti indelebilmente macchiati da una incommensurabile furia umana. Gli eventi indirizzeranno gli investigatori anche alla ricerca di un bambino scomparso che si rivelerà importante nel completamento di un puzzle di vite sospese, vissute nell’inconsapevole attesa della tessera mancante.

 

Copertina ed immagini interne: ideazione e realizzazione di Anna Mirizzi

 

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