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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del dirigente scolastico e del collegio docenti dell’Istituto comprensivo “De Gasperi - Stefano da Putignano” sulla sperimentazione della settimana corta.

Tenuto conto del dibattito emerso in questi giorni a seguito della sperimentazione della “settimana corta” presso l’Istituto Comprensivo “De Gasperi Stefano da Putignano”, che ha animato i giornali locali e i social network, in data lunedì 12 novembre 2018, si è tenuto un collegio dei docenti per analizzare le prime criticità e i punti di forza emersi a seguito della sperimentazione.

Si è ritenuto di comunicare quanto segue, per una mera necessità di fare chiarezza soprattutto su alcuni aspetti legislativi ed organizzativi:

L’adozione della settimana corta costituisce per le scuole, in regime di autonomia, una possibilità organizzativa legale, essendo tra l’altro tale opportunità ricavabile dall’art.4 del DPR n.275 del 1999, ove è appunto sancito il principio della flessibilità oraria, attraverso la consultazione e delibera del Collegio docenti, organo tecnico-didattico, del Consiglio di Istituto, organo di indirizzo e di gestione degli aspetti economici e organizzativi generali della scuola.

La nostra scuola ha seguito questo iter in modo assolutamente corretto.

Ci sono sentenze, come quella del TAR Lazio del 31 agosto 2017 che a seguito di ricorso presentato da alcuni genitori, hanno sospeso l’organizzazione oraria su settimana corta, così come è avvenuto nel caso del Liceo Aristotele di Roma, ma in tutte le situazioni, solo e soltanto, perché non è stato seguito l’iter burocratico corretto.

Si precisa altresì che la consultazione delle famiglie, rispetto a questa tematica, non è obbligatoria, la nostra scuola l’ha ritenuta importante e auspicabile, perché crediamo fortemente nell’alleanza scuola-famiglia, da fondarsi essenzialmente sul principio del rispetto reciproco e sulla fiducia, indispensabili per avviare un costruttivo confronto su tematiche educative ed organizzative, in uno spirito di proficua collaborazione e scambio di opinioni.

Nei prossimi giorni, così come preannunciato, seguirà un’analisi precisa e puntuale della sperimentazione attuata, che tenga conto delle criticità emerse, soprattutto a livello di organizzazione oraria, per avviare la successiva consultazione, tramite questionario, presso ogni singola famiglia, nella modalità e forma da stabilirsi in una commissione ad hoc, costituita da rappresentanti dei docenti e genitori, presieduta dal Dirigente Scolastico.

È possibile che si prenda in considerazione un’altra formula oraria per venire incontro alle famiglie, i cui figli frequentano ordini di scuola diversi, ma per il momento si tratta solo di un’ipotesi, cioè portare l’orario di uscita della scuola primaria alle 14,00 per due giorni a settimana, alle 13,00 negli altri tre giorni, in modo da creare meno disagio all’uscita da scuola di alcuni alunni, a causa di una tempistica che attualmente vede solo mezz’ora di differenza tra l’uscita alle 13,30 dalla scuola primaria, e alle 14,00 dalla scuola secondaria.

Si ribadisce ancora una volta che la nostra proposta di organizzazione scolastica su settimana corta nasce da motivazioni prettamente pedagogiche e didattiche, da un’analisi attenta della tipologia degli alunni che frequentano la nostra scuola, da più parti definiti “nativi digitali”, i cui tempi di attenzione sono sempre più brevi rispetto al passato, per i quali si dovrebbe prevedere un approccio che non si limiti solo allo schema classico della lezione frontale (lezione-interrogazione/compito-valutazione), pur utile in alcuni momenti, ma che li metta in condizione di “imparare ad imparare”, attraverso modalità interattive, innovative e laboratoriali.

Il nostro ideale di alunno si colloca al centro del processo di apprendimento, consapevole del dovere imprescindibile di dedicarsi con serietà ed impegno allo studio, ma anche di partecipare ai vantaggi dell’aumento del tempo libero in cui riposarsi e ricrearsi in attività piacevoli e appassionanti.

Il nostro intento nei confronti di ogni famiglia è quello di valorizzarla il più possibile, essendo la prima, vera agenzia educativa per ogni bambino, nella considerazione degli aspetti lavorativi e organizzativi di cui ognuna è portatrice.

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