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“L’ospedale Santa Maria degli Angeli di Putignano - La sciagurata fine di un’antica e benemerita Istituzione di 455 anni”. È il titolo ad un breve stralcio storico e qualche personale considerazione del concittadino Marcello Trisolini che, qualche mese fa, si è imbattuto in alcuni documenti riguardanti il nosocomio putignanese.

«Le più belle istituzioni, che si possano stabilire e che illustrino le Città sia grandi che piccole ed anche le più meschine borgate, sono gl’Istituti di Beneficenza, coi quali si viene in soccorso e sollievo della misera gente: ma le istituzioni che viemaggiormente rendono dei segnalati beneficii sono gli Ospedali, i quali concorrono ed aiutano gli stessi poveri bisognosi, ma sofferenti, languenti e ridotti in tale stato da richiedere un giaciglio ove riposare le indolenzite e dolenti membra […]. La nostra Città di Putignano, può chiamarsi fortunata da questo lato per aver avuto da tempi immemorabili e remotissimi dei Benefattori, i quali hanno mirato allo scopo santissimo di soccorrere e sollevare i poveri infermi». Così si legge nello Statuto Organico e cenno storico dell’Ospedale di S. Maria degli Angeli del Comune di Putignano, del 1897, ed approvato dalla sua Commissione il 1892, dal Consiglio Comunale il 1895, dalla Giunta Provinciale Amministrativa a febbraio del 1896 e dal Consiglio di Stato con R. Decreto nel novembre del 1896.

Quasi a voler sollevare gli occhi al cielo, e ringraziare per una così fortunata condizione ricevuta in dono, questo scritto sembra voler ricordare a tutti, non solo ai propri cittadini, quanta strada era stata percorsa, quante difficoltà erano state superate e quanta gente aveva potuto “dare o ricevere” qualcosa grazie alla fondazione dell’Ospedale Santa Maria degli Angeli.

Negli antichi deliberati del Comune di Putignano, infatti, si fa cenno dell’esistenza di un “Ospedale”fondato molto tempo prima del 1562 e chiamato, Ospedale dei Pellegrini. Una predizione forse per quei molti cittadini dei paesi vicini che ancora oggi, necessitando di assistenza medica, raggiungono con facilità e sollievo le porte di questo nosocomio. Ma le difficoltà morali e finanziarie rendevano le condizioni di quella primitiva struttura di assistenza ospedaliera, miserabilissima, sino a quando una nobildonna putignanese, Antoniana Francesca di Palmitesso, ebbe la nobile e magnanima idea di fondare un Ospedale nel 1600 chiamandolo Santa Maria degli Angeli [cfr. Scalini, 2004], donando tutti i suoi averi. Successivamente, non mancò chi ne seguisse l’esempio facendo donazioni più o meno importanti per le casse dell’Ospedale. Furono molti questi benefattori, uomini e donne che, grazie alla loro generosità e bontà d’animo, permisero di migliorare le condizioni statutarie ed economiche della novella fondazione «arrecando sollievo e soccorso alla misera umanità sofferente».

Non è un caso che l’organizzazione statutaria, amministrativa e ospedaliera prendesse maggior vigore proprio nel periodo nel quale si trovò ad esser Sindaco il medico socialista Vincenzo Petruzzi, uno dei sindaci più amati dal popolo putignanese.

Dagli albori di ciò che fu il primo tentativo di assistenza ai malati, percorrendo i molti secoli sino ad arrivare ai nostri giorni, è possibile dire che l’elemento costante del procedere dell’Ospedale Santa Maria degli Angeli è sempre stato quello di dare nuovo e maggior impulso al miglioramento della sua Istituzione a beneficio dei  malati putignanesi e di quelli di tutto il territorio circostante.

Oggi, invece, i cittadini si dicono increduli davanti alle sciagurate e incomprensibili decisioni prese dal Governo  Regionale, nel voler depotenziare, e forse domani chiudere, un Ospedale che doveva esser considerato una struttura di primo livello, visti i suoi alti standard di efficienza. Una decisione presa senza comprendere, o voler comprendere, il valore storico, sociale ed economico di una Istituzione cittadina di così gran pregio per il suo territorio.

Allora viene naturale domandarsi: com’è possibile poter cancellare, con un tratto di penna e senza alcuna esitazione, secoli di storia e di radicamento nel territorio di un’Istituzione che ha una così profonda simbiosi con i cittadini putignanesi e di tutto il territorio circostante? Come è possibile che ad un Ospedale che si pone come eccellenza non sia stato riconosciuto un ruolo di primo piano nella riorganizzazione ospedaliera?

La sollevazione di una buona parte della popolazione putignanese in questi ultimi mesi, che giorno dopo giorno allarga le proprie fila anche al di fuori dei suoi confini, chiede conto, con sempre maggior insistenza, delle decisioni fin qui prese.

Forse non ci si dovrebbe illudere troppo. Politiche così aggressive, che non tengono conto delle realtà locali, della storia, dell’economia e della solidarietà di una vasta comunità come quella che gira intorno a questo Ospedale, non possono  essere ridimensionate se non utilizzando quei numerosi strumenti di resistenza che una democrazia può e sa mettere a disposizione della popolazione.

Chissà cosa direbbero quegli uomini e quelle donne che così tanto hanno dato per fondare e consolidare un Ospedale per il sollievo dei bisognosi.

Marcello Trisolini

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